Pericolosità da alluvione in Italia
Il nuovo rapporto sulle condizioni di pericolosità da alluvione in Italia e indicatori di rischio associati, aggiornato ai dati 2020 e pubblicato da ISPRA, fa emergere un’Italia particolarmente esposta agli eventi meteo estremi collegati alla crisi climatica che stiamo vivendo.
Secondo l’analisi dell’Istituto, circa il 5,4% del territorio nazionale ricade in aree potenzialmente allagabili, secondo uno scenario di probabilità/pericolosità elevata; mentre sale al 14% in caso di scenario di probabilità/pericolosità bassa.
Il 7,4% dei comuni italiani ha almeno il 20% della superficie in area allagabile in caso di scenario di probabilità elevata.
Le Regioni Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana e Calabria sono quelle in cui le percentuali di territorio potenzialmente allagabile risultano superiori rispetto a quelle calcolate alla scala nazionale.
In queste regioni sono a rischio non sono solo le singole persone ma anche il patrimonio collettivo. Nelle aree a pericolosità elevata risiede infatti il 4,1% della popolazione nazionale – ovvero oltre 2,4 milioni di persone – e ricade anche il 7,8% dei beni culturali, valori che raggiungono rispettivamente il 20,6% (ovvero 12,2 milioni di persone) e il 24,3% nelle aree potenzialmente allagabili con bassa probabilità.
Purtroppo le contromisure prese di fronte a questa non nuova emergenza sono costantemente insufficienti. Il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, presentato per la prima volta in bozza nel 2017, non è ancora stato ultimato; e le risorse economiche messe in campo contro il dissesto idrogeologico sono irrisorie anche all’interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza (2,49 miliardi di euro su circa 200 totali).
Al cittadino viene richiesto che per ogni intervento edilizio si dimostri la compatibilità idrogeologica con la situazione esistente, nonchè il rispetto del principio di invarianza idraulica. Spesso sono richieste molto onerose per il singolo che però, in questo modo, contribuisce attivamente alla salvaguardia ambientale ed alla sicurezza idrogeologica del territorio in cui opera.
Mi si permetta allora una piccola provocazione: in questa inedita stagione di bonus e superbonus, sarebbe così difficile pensarne uno “climatico”?
Ci aspettano nuove sfide sui temi ambientali, credo sia tempo di creare anche nuovi valori, che il singolo possa accumulare o spendere, legati a comportamenti che riducano il nostro impatto ambientale.
E’ partendo da utopie a volte che si arriva anche a qualche risultato concreto.