PAT (Piano di Assetto Territoriale), il ruolo del geologo
Il piano di assetto del territorio (PAT), redatto sulla base di previsioni decennali, fissa gli obiettivi e le condizioni di sostenibilità degli interventi e delle trasformazioni ammissibili come definito nell''articolo 13 della L.R. 11/2004
E' lo strumento principe per la pianificazione degli interventi urbanistici a livello comunale, per questo è necessario che si basi su una solida conoscenza delle condizioni geologiche, idrogeologiche e geomorfologiche del territorio.
L'apporto del Geologo, in questo caso, è quello di implementare il quadro conoscitivo fornendo tutte le informazioni su geologia, idrogeologia e geomorfologia del territorio comunale.
Il nostro studio ha recentemente visto la conclusione dell'iter di approvazione del PAT del Comune di Camisano Vicentino, un lavoro che ci ha coinvolti in prima persona nella redazione del piano conoscitivo per la matrice geologia.
Nel nostro caso sono state analizzate e normalizzate più di 300 prove in sito di varia natura, come: prove penetrometriche statiche (Cone Penetration Test), sondaggi a carotaggio continuo, trincee geognostiche, distribuite su tutto il territorio comunale. E' stata eseguita anche un'analisi aerofotogrammetrica su documentazione storica in cui abbiamo ricercato tracce dirette delle impronte lasciate dalla morfodinamica antica.
Il risultato delle osservazioni di campagna e dei dati bibliografici è stato sintetizzato in carte tematiche: Carta geologico stratigrafica, carta idrogeologica, carta geomorfologica ed in una relazione geologica che inquadra l'intero territorio descrivendolo nelle sue peculiarità geologico stratigrafiche, idrogeologiche e geomorfologiche.
Lo step successivo alla redazione del quadro conoscitivo è consistito nell'individuare tutte le possibili vulnerabilità del territorio. Sono state sintetizzate in un'apposita carta tematica le informazioni relative alle fragilità, quali:
- fragilità di natura geologica, ad esempio con terreni dalle caratteristiche geomeccaniche scadenti,
- fragilità di natura idrogeologica, mettendo in evidenza zone a ristagno idrico o soggette ad esondazione
- fragilità di natura geomorfologica, per la presenza di elementi morfologici in evoluzione (frane, dissesti, torrenti) e quindi potenzialmente pericolosi per gli insediamenti.
- vincoli e fragilità già individuate da cartografia di grado superiore PTCP ecc.
La Carta delle Fragilità contiene la sintesi dell'interpretazione di tutti gli elementi naturali costitutivi del territorio e della loro possibile interazione con gli insediamenti umani. Suddivide il territorio in tre categorie a diversa vocazione: aree edificabili (in colore verde), aree edificabili a condizione (in colore giallo) e aree non edificabili (in colore rosso). Le aree edificabili a condizione e non edificabili a loro volta contengono simbologie codificate che ne definiscono il tipo di vulnerabilità.